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LE INTERVISTE DI NATALE: ILARIO LOMBARDI

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[vc_row][vc_column][vc_custom_heading text=”Grande impegno, tanta serietà, forte passione, molta disponibilità e innamorato del basket. Sono queste alcune delle qualità di Ilario Lombardi Dirigente Accompagnatore della nostra prima squadra maschile che milita in serie D. Andiamo a conoscerlo meglio:” font_container=”tag:h2|text_align:left|color:%23cc0014″ google_fonts=”font_family:Roboto%3A100%2C100italic%2C300%2C300italic%2Cregular%2Citalic%2C500%2C500italic%2C700%2C700italic%2C900%2C900italic|font_style:400%20regular%3A400%3Anormal”][vc_separator color=”black” style=”shadow”][vc_column_text]Partiamo dalla tua passione per il basket: com’è nata? Hai mai giocato? Ti piacerebbe giocare?

La mia passione per il basket è nata negli anni ottanta  quando La Snaidero Caserta era una delle più forti squadre nazionali.  Peccato che nella mia zona non vi erano centri per il basket e in televisione non era e non è molto trasmesso. Da ragazzino non potevo di certo andarmi a vedere le partite e quindi restava un sogno che poi con la nascita e crescita dei figli e nel dovergli far fare uno sport, e preciso “SPORT”, ho deciso di iscriverli al centro di minibasket  di Casarsa seguiti dal mitico Maestro Lucio Bortolussi. Ora, a 46 anni suonati, non credo di poter iniziare a giocare ma almeno guardo gli altri.

È il secondo anno consecutivo che segui da vicino “i ragazzi della D”: ci puoi tracciare un bilancio di questa primissima fase?

Per la verità non è il secondo anno che seguo la serie “D” maschile come Dirigente ma bensì il 6° solo che ho fatto una pausa di riflessione di 2 anni dopo il quarto consecutivo precedente. Un bilancio che posso tracciare è sicuramente un bilancio positivo . L’anno scorso quando sono rientrato come dirigente ho trovato una squadra molto giovane e sinceramente mi ha creato tantissimi dubbi sulla riuscita del progetto. Ma poi pian piano coach Matteo Silvani e il suo fedele aiutante Enrico Sant sono stati capaci di tirar fuori il meglio da ogni giocatore portandoci quasi in finale per la promozione in “C”. Cosa veramente impensabile all’inizio dell’anno. Adesso grazie al lavoro svolto lo scorso anno, anche se diversi giocatori sono andati via chi per fine doppio tesseramento, chi per motivi scolastici, chi perché ha voluto puntare più in alto,  penso che la squadra sia ancora forte in quanto con l’arrivo di Tagliamento di certo si è alzata di molto l’asticella dell’esperienza in campo.
Non dimentichiamo l’arrivo dei nuovi giovani come Stefani che è un 2000, Vegnaduzzo,  Moro e Castellarin  tutti e tre  2002  con tanta voglia di fare bene, credo che possiamo essere la spina nel fianco di squadre molto più blasonate e che spendono molto per avere grossi nomi nel roster. La speranza è sempre quella di arrivare in finale e giocarci la promozione!

Qual è la tua ricetta per mantenere un ambiente sereno all’interno della squadra?

La ricetta è quella dell’umiltà in campo! Si è tutti uguali nessuno è superiore all’altro… quando si capisce questo e quindi si gioca per la gloria della squadra e non dell’individuo, non ci saranno mai discussioni  ma al massimo valutazioni di come cambiare e migliorare tutti insieme.

Di giocatori ne hai visti passare tanti nelle tue esperienze passate. C’è qualcuno che ricordi particolarmente? Non solo per l´aspetto tecnico ma anche per la simpatia od il carattere…

Quello che più mi è rimasto impresso è stato un americano, Maurice Jones, un personaggio sotto tutti i sensi , giocatore con capacità al di sopra di chiunque altro.
A livello di serie “D” qualsiasi ruolo gli assegnavi lo svolgeva con una precisione impressionante, aveva un elevazione da fermo da impaurire chi era alto di natura.
Sotto canestro sia in difesa che in attacco era una garanzia, una prestanza fisica impressionante ma la cosa che più mi colpiva era l’intensità dell’impegno profuso a livello esponenziale senza mai fare un accenno  a fermarsi e anche quando era rotto e distrutto fisicamente dava il massimo.

Considerata la tua lunga esperienza come Dirigente Accompagnatore, cosa vuoi dire/consigliare/trasmettere ai tuoi colleghi della Polisportiva che si apprestano a svolgere questo importante ruolo?

Cosa dire…Sicuramente bisogna farsi carico di tanta pazienza, perché ne serve e anche tanta…
Poi il dirigente è il collante sia nella squadra che tra la squadra e la società, non deve aver paura di mostrare i denti se servono, sia verso i ragazzi/squadra e tantomeno verso la società!
Quindi tutelare e  trovare delle soluzioni che vanno bene  ad entrambi.
Deve saper sdrammatizzare i momenti tesi in squadra che possono essere di svariati  motivi e captare l’argomento della discussione per calmare  le acque o prendere provvedimenti in merito.
Aiutare lo staff tecnico nella logistica e nell’organizzazione degli spostamenti .

Quali sono i ricordi più belli di questa tua esperienza da Dirigente? E quelli più brutti?

Per fortuna brutti fino ad ora non ne ho avuti mai.
La cosa più bella è stata che nei due anni in cui ho lasciato il ruolo di dirigente tutti i ragazzi mi hanno fatto grisse pressioni affinchè rientri e anche chi ora non gioca più con noi  ancora mi cerca  o quando ci incontriamo è festa.

È vero che prima di ogni partita fai un gesto scaramantico? Ce lo puoi svelare?

Se te lo dico poi non ha più effetto….

Gli arbitri ti fanno arrabbiare?

No, non tutti per fortuna! Errare è umano…Tutti sbagliamo e anche loro possono sbagliare.
Spesso ho visto invece cose che per il pubblico erano sbagliate ma in realtà avevano  pienamente ragione gli arbitri.
L’unica cosa che mi fa andare su tutte le furie è quando iniziano a fare loro la partita.
Ed è capitato anche a noi come squadra. Quello che non accetto è l’eccesso di protagonismo e l’uso di un diverso metro di giudizio.
Comunque sono loro a decidere. Giusto o sbagliato le loro decisioni vanno accettate in campo.

Forse non tutti sanno che in cucina tra i fornelli te la cavi molto bene. Non ho dubbi che questa tua dote l’hai messa a disposizione anche della tua squadra…

Si fa quel che si può per i ragazzi e per noi stessi. Un momento conviviale davanti a un buon piatto è sicuramente il miglior collante nella squadra  oltre a un sano divertimento.

Ma chi è Ilario Lombardi? Parliamo un po’ di te e della tua vita privata (se ne vuoi parlare…): che lavoro svolgi? Sei sposato? Hai figli? Quali sono i tuoi hobby oltre la pallacanestro e la cucina? Insomma, raccontaci qualche cosa della tua vita:

Chi sono? Bella domanda… (risata n.d.r.):  sono un uomo che è partito ragazzo a 17 anni dalla propria terra nativa, Sant’Agata de’ Goti (BN), per intraprendere la vita militare dove ho frequentato l’attuale Accademia Militare dei sottufficiali, ex scuola sottufficiali.
Dopo i vari corsi sono stato trasferito in Friuli, per l’esattezza a Vacile di Spilimbergo, ben quasi 27 anni fa’ nei reparti della “JULIA” per poi approdare a Casarsa dopo la chiusura della caserma nel 2002.
Sposato con due figli il primo ora studia al Politecnico di Torino e la seconda appena maturanda alla ricerca di un’ impiego.
Hobby oltre al basket ? Sarebbe bello averli ma tra il lavoro e il basket resta ben poco tempo e quello va dedicato alla famiglia.

Ringraziamo Ilario per la sua simpatia, la sua disponibilità e per il lavoro che svolge instancabilmente per la Polisportiva.
Una funzione delicata la sua, per i più oscura, ma indispensabile alla società per il buon rendimento della squadra.

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