È il secondo anno consecutivo che segui da vicino “i ragazzi della D”: ci puoi tracciare un bilancio di questa primissima fase?
Non dimentichiamo l’arrivo dei nuovi giovani come Stefani che è un 2000, Vegnaduzzo, Moro e Castellarin tutti e tre 2002 con tanta voglia di fare bene, credo che possiamo essere la spina nel fianco di squadre molto più blasonate e che spendono molto per avere grossi nomi nel roster. La speranza è sempre quella di arrivare in finale e giocarci la promozione!
Qual è la tua ricetta per mantenere un ambiente sereno all’interno della squadra?
Di giocatori ne hai visti passare tanti nelle tue esperienze passate. C’è qualcuno che ricordi particolarmente? Non solo per l´aspetto tecnico ma anche per la simpatia od il carattere…
A livello di serie “D” qualsiasi ruolo gli assegnavi lo svolgeva con una precisione impressionante, aveva un elevazione da fermo da impaurire chi era alto di natura.
Sotto canestro sia in difesa che in attacco era una garanzia, una prestanza fisica impressionante ma la cosa che più mi colpiva era l’intensità dell’impegno profuso a livello esponenziale senza mai fare un accenno a fermarsi e anche quando era rotto e distrutto fisicamente dava il massimo.
Considerata la tua lunga esperienza come Dirigente Accompagnatore, cosa vuoi dire/consigliare/trasmettere ai tuoi colleghi della Polisportiva che si apprestano a svolgere questo importante ruolo?
Poi il dirigente è il collante sia nella squadra che tra la squadra e la società, non deve aver paura di mostrare i denti se servono, sia verso i ragazzi/squadra e tantomeno verso la società!
Quindi tutelare e trovare delle soluzioni che vanno bene ad entrambi.
Deve saper sdrammatizzare i momenti tesi in squadra che possono essere di svariati motivi e captare l’argomento della discussione per calmare le acque o prendere provvedimenti in merito.
Aiutare lo staff tecnico nella logistica e nell’organizzazione degli spostamenti .
Quali sono i ricordi più belli di questa tua esperienza da Dirigente? E quelli più brutti?
La cosa più bella è stata che nei due anni in cui ho lasciato il ruolo di dirigente tutti i ragazzi mi hanno fatto grisse pressioni affinchè rientri e anche chi ora non gioca più con noi ancora mi cerca o quando ci incontriamo è festa.
È vero che prima di ogni partita fai un gesto scaramantico? Ce lo puoi svelare?
Gli arbitri ti fanno arrabbiare?
Spesso ho visto invece cose che per il pubblico erano sbagliate ma in realtà avevano pienamente ragione gli arbitri.
L’unica cosa che mi fa andare su tutte le furie è quando iniziano a fare loro la partita.
Ed è capitato anche a noi come squadra. Quello che non accetto è l’eccesso di protagonismo e l’uso di un diverso metro di giudizio.
Comunque sono loro a decidere. Giusto o sbagliato le loro decisioni vanno accettate in campo.
Forse non tutti sanno che in cucina tra i fornelli te la cavi molto bene. Non ho dubbi che questa tua dote l’hai messa a disposizione anche della tua squadra…
Ma chi è Ilario Lombardi? Parliamo un po’ di te e della tua vita privata (se ne vuoi parlare…): che lavoro svolgi? Sei sposato? Hai figli? Quali sono i tuoi hobby oltre la pallacanestro e la cucina? Insomma, raccontaci qualche cosa della tua vita:
Dopo i vari corsi sono stato trasferito in Friuli, per l’esattezza a Vacile di Spilimbergo, ben quasi 27 anni fa’ nei reparti della “JULIA” per poi approdare a Casarsa dopo la chiusura della caserma nel 2002.
Sposato con due figli il primo ora studia al Politecnico di Torino e la seconda appena maturanda alla ricerca di un’ impiego.
Hobby oltre al basket ? Sarebbe bello averli ma tra il lavoro e il basket resta ben poco tempo e quello va dedicato alla famiglia.
Ringraziamo Ilario per la sua simpatia, la sua disponibilità e per il lavoro che svolge instancabilmente per la Polisportiva.
Una funzione delicata la sua, per i più oscura, ma indispensabile alla società per il buon rendimento della squadra.
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