Giovanni Bondelli, classe 1989, altezza 188 cm, ruolo ala piccola, peso 88 kg, non è soltanto un giocatore di basket (è una delle colonne portanti della nostra serie D), ma è anche preparatore atletico, molto apprezzato, di tutte le squadre della Polisportiva Casarsa nonché assistente allenatore della squadra Under 16 eccellenza guidata da coach Silvani.
Ma andiamo a conoscerlo meglio questo giocatore che dedica gran parte della sua vita allo sport, nella speranza di ottenere informazioni tecniche e personali:
Giò, grazie per avere accettato il mio invito.
Comincio col chiederti di dove sei originario, quando hai cominciato a giocare a basket e come è iniziata la storia della tua carriera.
Insomma: raccontaci di te…
Ho corso in bicicletta a livello agonistico fino alla quinta elementare, tra l’altro, anche con buoni risultati. Infatti sono stato campione regionale per ben due volte e sono arrivato secondo alle gare nazionali. Ricordo che l’ultimo anno delle scuole elementari durante l’inverno ho iniziato ad appassionarmi di basket nella palestrina della scuola con gli amici perché con il freddo non si correva in bicicletta.
In quel periodo praticavo questi due sport poi ho deciso di abbandonare il ciclismo perché non era più stimolante mentre mi appassionava sempre di più il basket perché sport di squadra.
Ho iniziato così con gli esordienti a Pasiano poi, qualche anno dopo, ho dovuto trasferirmi a Chions con l’under 14 (allora si chiamavano “Cadetti”) perché a Pasiano non c’era quella categoria. Poi, a seguito di una collaborazione con San Vito, ho giocato con questa squadra un campionato in Eccellenza con l’Under 16.
Qui ho fatto anche il mio esordio in Serie C2 e i primi 2 punti.
Dopodiché, forse perché mi avevano ritenuto un giocatore valido, ho fatto un provino a Portogruaro su loro richiesta.
Qui ho militato 2 anni con l’Under 18 Eccellenza e poi con l’Under 19. Durante questa fase ho fatto parte del roster della C2 che mi ha permesso di fare una buona esperienza in una prima squadra vera. Terminata l’esperienza delle giovanili, ho scelto di giocare con Cordenons che all’epoca era unificata con il Sistema Basket.
Il primo anno ho giocato in serie D e ci allenava coach Ciman, che poi ho ritrovato a Casarsa, mentre l’anno successivo ho fatto parte della squadra Under 21 eccellenza e contemporaneamente con la serie D. Poi finita la scuola e con l’inizio del lavoro ho dovuto “ripiegare” nella categoria “Promozione” della società di Pasiano.
C’è stato un momento della tua carriera in cui hai rischiato di lasciare il basket, un momento cruciale che poi si è risolto positivamente e portato al livello dove sei attualmente?
Qui ho fatto per 2 anni una bellissima esperienza con viaggi in tutta Italia e in Europa che però mi hanno tenuto lontano dal basket visto che non potevo allenarmi perché tornavo a casa solamente i fine settimana e a volte neanche quelli.
Mi sono quindi ritrovato al classico bivio della vita: dovevo scegliere tra il lavoro e il basket.
Ovviamente ho scelto quest’ultimo…Mi sono reso conto in quel periodo che la pallacanestro era la mia passione e non c’era lavoro che poteva in qualche modo sostituirlo.
Ho rassegnato allora le dimissioni da quel lavoro e ne ho trovato uno “più tranquillo” come magazziniere in una ditta di mobili della zona.
Ho potuto così tornare ad allenarmi, prima in Promozione ad Azzano Decimo e poi l’anno successivo qui a Casarsa per 3 anni grazie a coach Ciman che mi conosceva.
Il resto lo conoscete già: a Ciman è subentrato De Stefano e in seguito Matteo Silvani.
A proposito di decisioni importanti ricordo che da ragazzo, ho perso una occasione che forse avrebbe potuto migliorare mia carriera: un mio allenatore, tale Petrovic, mi aveva chiesto di fare un Camp ma ho rinunciato perché evidentemente non ero ancora tanto interessato al basket.
Ho preferito andare a lavorare per guadagnare due lire per poi spendere in divertimenti con gli amici.
Oggi, con il senno di poi, non mi sarei fatto sfuggire quella occasione.
Il campionato fino ad ora appare molto combattuto soprattutto tra le squadre pordenonesi. Ti aspettavi di occupare i posti più alti della classifica?
Visti i buoni risultati che state ottenendo, deduco che il cambio allenatore e l’ingresso di nuovi compagni nella squadra stiano funzionando…
Come giudichi la rosa del Casarsa quest`anno rispetto alle altre squadre del vostro girone?
Frequenti le palestre ogni giorno? Quante ore al giorno ci dedichi?
Reciti dei rituali pre-partita oppure fai dei gesti scaramantici? Gira voce che qualcuno butta del sale sulla panchina prima delle partite…
A te la parola:
Ci puoi raccontare qualche cosa dei compagni della tua squadra?
La mia speranza per i prossimi mesi è quella di poterci divertire in campo e fuori, vorrà dire che il gruppo e i risultati saranno super.
Quasi tutti i giorni ti confronti nelle palestre con i nostri ragazzi per allenarli. Che idea ti sei fatto di questi giovani di oggi?
Che differenza hai notato tra te, che hai giocato in Under 16, e loro?
Alcuni di loro ci mettono molto interesse altri un po’ meno. Purtroppo anch’io sono stato coinvolto seriamente nella pallacanestro solo qualche anno dopo aver iniziato, se fossi stato più maturo e mi fossi allenato di più …
I ragazzi (che mi dicono ti hanno preso in simpatia) ti considerano il loro istruttore/preparatore atletico oppure ti vedono come amico?
Sono un po’ nel mezzo e faccio da cuscinetto come deve fare, secondo me, un buon aiuto allenatore.
Come vedi la squadra degli Under 16?
Se riuscissero a mantenere questo ritmo, a metterci in testa che loro sono questi e che si possono divertire giocando assieme, potrebbero davvero fare delle grandi belle cose.
Siamo alla fine dell`intervista, quindi parliamo di argomenti “soft”.
Ci puoi raccontare quali sono i tuoi interessi, hobbies se ne hai, al di fuori della tua attività nel basket? Insomma, cosa fai nel tempo libero quando non sei impegnato con gli allenamenti?
Comunque: d’estate quando i campionati sono terminati mi dedico, tanto per cambiare, ancora allo sport.
Mi piace fare CrossFit, correre e qualsiasi altro sport per mantenermi in forma. Guardo spesso basket in TV e non disdegno qualsiasi altro evento sportivo.
Come giocatore suppongo che i tuoi obiettivi sono il massimo impegno in gara, vincere le partite e magari il campionato e altro ancora.
Nella vita privata invece quali obiettivi ti sei posto? Cosa vuoi fare da grande?
Non nascondo che il mio obiettivo è di poter allenare in futuro una squadra giovanile.
Per questioni logistiche, considerato che i miei interessi si trovano qui, recentemente ho deciso di trasferirmi a Casarsa dove attualmente convivo con la mia ragazza.
Tra il pubblico ho notato una tifosa (bionda) d’eccezione. Pare che anche tua mamma segua le tue gesta…
Hai voglia di raccontarci qualcosa della tua sfera privata?
Prima di incontrarmi non conosceva il mondo del basket ma adesso, a forza di frequentarmi, ho notato che si sta appassionando.
Mia mamma è stata la persona che mi ha spinto di più a giocare a basket. Prima che prendessi la patente di guida, mi ha portato per tanto tempo agli allenamenti e alle partite a Portogruaro e San Vito.
Devo ringraziarla tantissimo di questo, mi ha sempre seguito e spesso viene a vedere le mie partite e fa il tifo con passione.
Anche mia sorella Gaia giocava a basket con il Sistema Basket PN poi ha dovuto abbandonare per motivi di studio.
Non mi resta che ringraziare Giò per la disponibilità e per averci resi partecipi della sua straordinaria esperienza nel mondo del basket.
Gli auguriamo ancora tante soddisfazioni e una lunga carriera!!!
Natale Miorin