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Martin non giocherà più

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Martin non giocherà più. Il gioco che ha sempre amato non potrà più ricambiarlo con le sue emozioni.
È un dolore che mi prende dentro se penso a lui e ai suoi genitori. E il pensiero ritorna sempre lì, non se ne andrà facilmente perché Martin fa parte di centinaia e centinaia di ragazzini/e con i quali ho condiviso un pezzo importante della mia vita su un campo di basket e questi, come quelli che ho avuto a scuola, non li dimentico mai. Nessuno. Me li porto sempre dentro, e li seguo ancora, magari a distanza, con la gioia di vederli un po’ alla, volta realizzati nella vita.
Martin. L’ho conosciuto quand’era bambino e poi allenato quindicenne a Zoppola, per un breve periodo, allorché i dirigenti di allora mi chiesero aiuto perché la squadra in serie D era fortemente indiziata per la retrocessione. Martin faceva parte di quel gruppo, era il più giovane ma ben presto si conquistò il rispetto dei compagni più anziani, per il suo modo di fare, per il suo modo di essere, per il suo impegno.Mi colpì subito per la sua capacità di ascolto, gli occhi sempre incollati ai miei, non perdeva una parola, era fortemente motivato e voleva imparare, migliorare, lavorare sui suoi punti deboli.
E faceva domande, molte. Era un piacere allenarlo, certamente era più maturo dei suoi anni, capace di stimolare il gruppo quando occorreva. Vincemmo sei partite su sei e la squadra si salvò. E la sua gioia, me la ricordo ancora, era fresca, vera, contagiosa. Lui che sognava Michael Jordan prese il volo, perseguendo con tenacia passo dopo passo i suoi obiettivi: giocare in A2 e poi in A1. Le sue doti tecniche e umane l’hanno fatto apprezzare dovunque.
Tempo fa ho incontrato una persona di Pavia che non si interessa assolutamente di basket  e che mi ha detto di quando fosse stimato in città non solo come giocatore ma anche e soprattutto per il suo comportamento fuori dal campo. Mi ha fatto un piacere immenso.
Ho sempre pensato che all’interno del campo di basket istruttori e allenatori intelligenti debbano promuovere  valori per la vita, quali la lealtà, la tenacia, il rispetto, l’altruismo, la collaborazione per un fine comune. Talento e tecnica sono importanti, ma da soli non bastano per realizzare i propri sogni. Occorre altro.
E Martin possedeva tutte queste doti. Una perla. Una rarità. Lo citerò spesso come esempio a chi è troppo piccolo per averlo conosciuto.
E lo penserò  sorridendo dentro di me ricordando quando dall’ufficio, in un pomeriggio di giugno o luglio, lo sentivo palleggiare nel campetto della scuola con un gruppo di amici: ancora una volta aveva saltato la recinzione!
Con forte emozione, un caro ricordo ed un abbraccio ai suoi cari.
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Lucio Bortolussi
Tecnico Federale FIP – Settore Giovanile Minibasket Scuola
Coordinatore Tecnico Territoriale FVG