info@basketcasarsa.it
info@basketcasarsa.it

L’avventura di coach Andrea Patisso al timone della squadra dei “ragazzi del 2005” si conclude con un lascito del tutto positivo

Polisportiva Casarsa > News > A.S. 2021-2022 > L’avventura di coach Andrea Patisso al timone della squadra dei “ragazzi del 2005” si conclude con un lascito del tutto positivo
Fin dal suo arrivo ha messo a servizio della squadra il proprio bagaglio esperienziale in tema di settore giovanile e formazione, contribuendo in maniera rilevante alla crescita umana e professionale di questi giovani atleti

Termina dopo ben 3 stagioni il rapporto dei “ragazzi 2005” con il loro allenatore Andrea Patisso a cui sono state affidate le squadre Under 13 e 14 femminili che necessitano di una figura come la sua per far crescere e per amalgamare bene i gruppi.
Patisso infatti, oltre ad essere un ottimo allenatore, possiede naturali doti “umane” che lo hanno sempre contraddistinto in tutte le squadre che ha allenato in questi anni.

L’allenatore si è congedato dalla “sua squadra” con una “pizzata” a cui hanno partecipato anche i genitori che lo hanno sempre stimato e voluto bene. Chi c’era racconta di una serata memorabile, ricca di emozioni, di racconti di tante storie insieme e partite giocate. Tra qualche lacrima, coach Patisso, obbligato ad indossare una imbarazzante parrucca color fucsia, ha voluto anche lasciare un ricordo regalando ad ognuno dei suoi giocatori un libro (Il sogno di Sooley di John Grisham) e un segnalibro personalizzato con dedica.Pubblichiamo molto volentieri le belle parole dell’amico/collega Andrea sulla esperienza che ha vissuto con questi ragazzi:

Ed eccoci qui, davanti ad un foglio bianco con una biro in mano ….
Vent’anni fa avrei cominciato così questo pensiero, vent’anni dopo mi trovo a fissare lo schermo nero di un telefonino e mi vedo addirittura riflesso, e di 3 anni più vecchio, con tante di quelle cose che sono cambiate che mi vengono i brividi al sol pensiero, dal giorno cioè in cui mi è stato proposto di allenare questo gruppo in quel di San Vito! “È un gruppo sfigato, non vincono mai, sono pochi di qua, pochi di la …. bla bla bla ….”!!! Mai presentazione peggiore credo … era un’ under 14 assemblata alla meno peggio e da far crescere,  e dentro me dissi: ”Andrea, secondo te perché hai scelto di allenare? Per vincere facile o per i ragazzi?”
Credetemi che la risposta non si è fatta attendere un nano secondo di più, io ragazzo (non più ormai ma mi piace ricordarmi di esserci stato…) cresciuto a pane (…tanto…) e scoutismo (…mai abbastanza…) che ho fatto della vita un servizio unico verso il prossimo, a lavoro come in palestra o a casa … ed eccoci qui, dopo tre anni, a tirare le somme di tutto un periodo passato assieme, di gioie e dolori, di incazzature e di sorrisi, di iPhone rotti e di vittorie impensabili, ma soprattutto fatto di rispetto reciproco, quello che forse non si insegna più … e dopo 3 anni sono qui a dirvi grazie ragazzi, grazie per tutto quello che mi avete dato, grazie perché non siete mai mancati, e più passava il tempo e più eravate presenti con la testa, con il corpo e con il cuore, grazie perché mi avete sopportato e supportato, grazie perché il vostro darmi del lei ancora oggi, vale più di mille vittorie, e non è sinonimo di manie di grandezza, bensì di riconoscenza … è stato per anni il vostro grazie perché avete visto da subito, in me, un punto di riferimento, colui che ha detto si subito, colui che ha creduto subito in voi, colui che tra mille urla, non ha mai smesso di farlo … oggi, è come se vi avessero strappati dalle  mie braccia e gettati in pasto al mondo …
grazie anche a voi cari genitori, perché mi avete consegnato le chiavi dell’adolescenza dei vostri figli ad occhi chiusi e ora che è tempo di aprire lo scrigno di ognuno di loro, li ritroviamo non uomini, è ancora presto, ma ragazzi consapevoli di cosa erano, di cosa sono e magari anche di cosa vorranno essere un giorno …
lasciatemi spendere due parole sulle mie segretarie, Laura e Vale, senza le quali molto di questo non avrebbe avuto vita, artefici di quello sporco  lavoro tanto importante quanto maledettamente poco riconosciuto ai più … non finirò mai di dirvi grazie perché mai basterà …  Chiudo augurandovi “buona strada”, qualsiasi essa sia, consapevole che, per tutto quello che abbiamo fatto assieme, sarà la vostra strada e non sarà sbagliata ma ricordatevi, sicuramente perennemente in salita … è nel momento di massima stanchezza, che bisogna fare canestro, se si vogliono vincere le partite impossibili, sul rettangolo di gioco, come nella vita …