La scomparsa improvvisa di Kobe Bryant è stato un evento che ha sconvolto ovviamente anche la famiglia della Polisportiva Casarsa. Rendiamo omaggio a questo grande leggendario campione, che ha rappresentato una fonte di ispirazione anche per i nostri giovani, con il ricordo del nostro coach Paolo Bosini:
Quando allenavo in serie A sono andato diverse volte a Rieti, a Reggio Calabria e a Pistoia.
In queste squadre, tra il 1984 e il 1989, ha giocato Joe Bryant il papà di Kobe Bryant. Joe, che è stato un grande giocatore, si presentava alle partite con tutta la famiglia che era formata dalla moglie, da Kobe e da due sorelle più piccole.
La prima volta che incontrai Kobe aveva sette anni. Appena arrivava al campo correva a prendere il pallone e per circa un’ora tirava con grande impegno fino a quando le squadre entravano in campo per il riscaldamento.
Era un bel bambino simpatico molto socievole e il suo atteggiamento destava simpatia ai miei giocatori.
È accaduto che una volta a Rieti mi sono fermato a guardarlo.
Quando il pallone è uscito dal campo vicino a dove mi trovavo, mentre lo stava recuperando ho scambiato due battute scherzose con lui.
Parlava già l’italiano ed era molto sveglio.
Ovviamente era troppo piccolo per intuire che sarebbe diventato un fuoriclasse, uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi, ma guardandolo tirare si intuiva che sarebbe diventato un grande giocatore.
La notizia della sua morte – dice commosso Bosini – mi ha preso all’improvviso e mi ha addolorato al pari di tutti gli sportivi facendomi ricordare con grande malinconia tutte le volte che lo avevo incontrato da bambino.